«Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me», sono le parole con cui Gesù annuncia ai discepoli e alla folla l’imminenza ed il significato della sua passione, morte e risurrezione. Ed è l’immagine biblica scelta per il Sinodo minore «Chiesa dalle genti».
Per Gesù quindi la sua «Ora», come il Vangelo di Giovanni chiama la Pasqua, consiste in una «elevazione», che però a differenza di altre famose assunzioni (cfr. quella di Elia, descritta in 2Re 2) non lo rapisce, allontanandolo dagli umani; anzi esercita su di loro un potere d’attrazione, che li rende inseparabili.
Il primo effetto è la raggiunta pienezza della comunione con lui: niente e nessuno potrà ormai separarci, perché il vincolo che si crea trascende ogni logica e dinamica terrena; con lui e per lui siamo veniamo effettivamente elevati in una dimensione «altra», trascendente, quella di Dio.