Proponiamo la lettura dell'articolo "L'umile tentativo di costruire la pace", intervista/riflessione di Angelo Scola, pubblicata sul n. 20 del dicembre 2014
di Oasis.
La componente religiosa non ha avuto nel secolo scorso quel ruolo preponderante che una certa lettura ideologica si ostina a
darle. Né la prima guerra mondiale, di cui ri corre il centenario, né la
seconda o la guerra fredda hanno avuto origine religiosa e i peggiori
totalitarismi del secolo scorso sono stati programmaticamente atei.
È
dunque profondamente ingiusto attribuire alle religioni, termine del
resto troppo generico, la responsabilità di ogni esplosione di violenza,
opponendo loro la sana e pacifica razionalità della pretesa ragione
laica. Neppure si può scindere arbitrariamente in due la categoria del
religioso, istituendo un legame strutturale tra monoteismo e violenza,
da contrapporre a un tollerante politeismo dei valori.
La tragica attualità di questi mesi detta e
quasi impone il tema del numero di Oasis, rivista della Fondazione
omonima, nata nel 2004 da un’intuizione del Cardinal Angelo Scola, che
studia come cristiani e musulmani -che costituiscono il 55% della
popolazione mondiale- cambiano il loro modo di vivere la fede quando
abitano in un contesto plurale, dove per definizione s’incontrano
diverse visioni religiose e non religiose, in concorrenza tra loro.